Silvia Cantele, Professore associato del
Dipartimento di Economia Aziendale e Promotore Rete Innovazione
sostenibile chiuderà i lavori della 10° tappa de Il Salone della CSR e
dell'Innovazione sociale, dal titolo "Le rotte per la
sostenibilità" che si terrà il 23 maggio 2018 a Verona presso
il Polo Santa Marta dell'Università degli
Studi di Verona. Abbiamo deciso di intervistarla per sapere
cosa pensa del Salone e della sostenibilità d'impresa.
Di seguito l'intervista alla Dott.ssa Cantele:
Se Lei potesse raccontare il Salone in 3 parole quali sceglierebbe e perché?
La prima parola che userei è sostenibilità,
perché nonostante il titolo del Salone sia tradizionalmente legato alla
responsabilità sociale d’impresa è ormai più diffuso parlare di sostenibilità.
Non è solo una questione terminologica, ma è un voluto riferimento ai tre
pilastri su cui questa si: economia, ambiente e società; riuscire a trovare un
equilibrio tra questi è la sfida più grande di ogni progetto o iniziativa; ma è
necessario avere una visione olistica perché un’azienda per essere realmente
sostenibile non può puntare al 100% su una dimensione dimenticando le altre.
La seconda parola è collaborazione
perché per attuare la sostenibilità servono progetti condivisi, le singole
aziende o organizzazioni arrivano fino ad un certo punto da sole, poi deve
scattare la condivisione. Non a caso nell’incontro del pomeriggio si parlerà
anche di reti per la sostenibilità, perché per passare dallo sviluppo
sostenibile - che è un obiettivo macro - agli obiettivi “micro” dei
singoli, occorre creare un livello intermedio costituito dalle
relazioni inter-organizzative che si fondano su condivisione di obiettivi,
scambio di informazioni e conoscenze, fiducia e dialogo.
La terza parola è innovazione perché
questo è l’altro ingrediente che serve per far funzionare i progetti di
sostenibilità; innovazione sotto diversi punti di vista: nel modo di pensare
(apertura mentale), nel modo di fare azienda, nel modo di concepire
prodotti/servizi/business e nel modo di interagire e comunicare.
L'Università di Verona pensa di ospitare
nuovamente, anche il prossimo anno, una delle tappe del salone della CSR? Se
si, perché?
Direi di sì, è un’iniziativa che va
consolidata visto l’interesse che gravita attorno a questi temi e la necessità
di parlarne per diffonderli. Poi il Salone non è mai fine a se stesso; da cosa
nasce cosa e lo dimostra il fatto che dopo l’edizione dello scorso anno abbiamo
pensato di creare una rete su questi temi, aperta a tutti i soggetti che siano
interessati a partecipare (aziende, professionisti, enti non profit e pubblici,
università e altri enti di formazione e ricerca ecc.), in modo da moltiplicare
le iniziative e le potenzialità sul territorio.
Che apporto può offrire l'Università di
Verona al tema della CSR? Quali potrebbero essere le previsioni per il futuro?
L’Università può offrire apporto su quattro
fronti; i primi tre si riferiscono alle tre corrispondenti missioni degli
atenei, mentre la quarta riguarda l’ateneo in quanto azienda. In merito alla
prima missione, la ricerca, si può osservare come la CSR sia un tema
multidisciplinare, che può essere studiato sotto diversi aspetti, e diversi
docenti del dipartimento di Economia Aziendale e altri nell’Ateneo lo stanno
già facendo. Per quanto riguarda la didattica, è importante che i temi della
sostenibilità e responsabilità sociale d’impresa vengano inseriti negli
insegnamenti, in particolare di area aziendale: anche su questo fronte siamo
già impegnati: facendo un esempio su me stessa, dal 2005 sono titolare di un
insegnamento di laurea magistrale che affronta proprio questi temi. Infine, con
riferimento alla divulgazione della conoscenza e ai rapporti con il territorio
- la cosiddetta terza missione – non mancano occasioni in cui i docenti che
fanno ricerca su questi temi partecipino a convegni per il pubblico o a
iniziative nelle scuole, contribuendo a divulgare la cultura della CSR anche
tra i “non addetti ai lavori”. Il quarto apporto riguarda l’essere socialmente
responsabile dell’Ateneo in sé. La responsabilità sociale non è solo delle
imprese “for profit” ma anche di qualunque altra azienda, incluse le pubbliche
e non profit; nell’ambito dell’Università di Verona c’è una Commissione
Sostenibilità che lavora su questo fronte.
Le mie previsioni sul futuro sono che
tali attività si intensificheranno, perché c’è una crescente sensibilità da
parte dei cittadini e dei consumatori, per cui aziende ed enti non potranno più
esimersi dall’essere responsabili e trasparenti in merito ai loro impatti e ai
loro obiettivi di sostenibilità.
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